Uniforme del Reggimento Lancieri di  Novara (5°)

È nel 1940 che le uniformi vengono rivisitate per tutte le Armi e specialità del Reggio Esercito .

Se nel 1934 la riforma Baistrocchi le aveva abbellite con colori e finimenti adesso si è passati ad avere delle uniformi più semplici e pratiche per l’utilizzo in guerra.

Sarà appunto con l’adozione dell’uniforme mod. 40 che i Reggimenti di Cavalleria perderanno, abolendo i colletti colorati o il velluto nero con profilati dei colori delle armi dei paramano ora semplificati

Cosi si decise l’adozione delle fiamme a tre punte per i Bianchi Lancieri ma anche per i Reggimenti di Cavalleria Nizza, Piemonte, Savoia, Genova ed Aosta .

L’uniforme poteva essere realizzata in panno Cordellino per Ufficiali e Sottufficiali e in lana per la truppa.

Le esigenze di guerra portarono a utilizzare materiali anche alternativi di scarsa durata che portavano a un veloce logorio. Le esigenze di guerra portano, seguito anche i tanti richiamati, ad adattare uniformi della truppa a Ufficiali o Sottufficiali.

La giacca portava 4 tasche e i pantaloni differivano per le armi a piedi o per i reparti montati, che vedeva l’utilizzo diversificato di fasce mollettiere o di gambali/stivali in cuoio per i reparti montati.

Premesso che non era ancora in vigore una vera uniforme “estiva” la stessa veniva portata senza giacca e cravatta per le marce . In combattimento l uso della cravatta era proscritto.

I bottoni dell’uniforme saranno prima in metallo e poi, per carenza bellica di materiali, verranno realizzati in legno ( frutto) verniciati in grigio verde .

Tale uniforme sarà un uso anche nelle colonie, abbinata alla mod. 40 Coloniale che prevedeva il confezionamento in tela cachi.

Tali uniformi rimasero in servizio anche dopo la seconda guerra mondiale, per essere successivamente sostituite da uniformi di derivazione anglosassone.

STORIA DEL REGGIMENTO

La storia di “Novara” non racchiude soltanto le vicende e i fatti d’arme di un Reggimento: essa si identifica con la storia d’Italia. A partire dalla sua fondazione, non vi è stato conflitto o crisi internazionale alla quale il Reggimento non abbia partecipato, operando sempre da protagonista: dal 1848 a oggi, da Monzambano a Jagodnij, da Gemona del Friuli a Shama. In sintesi: dove è stata scritta la storia d‟Italia e dove l‟Esercito ha chiamato, “Novara” ha galoppato. Dalle gesta del reggimento traggono il nome gli squadroni che ne fanno parte, a simboleggiare la continuità con i lancieri del passato e per sottolinearne, ogni giorno, le gesta. Costituito il 24 dicembre 1828 come “Dragoni di Piemonte”, il Reggimento ebbe il “battesimo del fuoco” nella prima Guerra d’Indipendenza. Unità giovane, seppe subito imporsi nel combattimento di Verona nel giugno-luglio 1848, guadagnando la prima medaglia di bronzo al Valor Militare allo Stendardo (all‟epoca “Menzione Onorevole”).

Il cammino luminoso dell’indipendenza Italiana non si fermò con la pace di Villafranca e nella II Guerra d‟Indipendenza “Novara” percorse tutta l’Italia combattendo ancora a Montebello, Castelfidardo e al Macerone, concludendo la campagna con altre tre medaglie di bronzo al Valor Militare allo Stendardo. Anche la breve campagna per la presa di Roma coinvolge il “Novara” che, benché posto in Riserva, avrà la sua giornata di fuoco, il 14 settembre 1870.

Due squadroni arrivano fin sotto le mura, lo stesso giorno il 2° Squadrone entra in contatto con una compagnia di Zuavi Pontifici, inevitabile lo scontro a fuoco. La carica, comandata dal giovane Ten. Roberto Russo, accorso in aiuto al S.Ten. Crotti già ferito e in mezzo agli Zuavi, porterà 3 Narrativa del Reggimento “Lancieri di Novara” (5°) – Anno 2022 – scompiglio e la fuga del nemico. Pochi giorni dopo, “Novara” entrerà vittorioso con il resto dell’Esercito dentro Roma.

Le prove più fulgide, però – quelle che richiesero tanto sacrificio di sangue – dovevano ancora venire. Due nomi di località dovevano ancora essere incisi sul gambo della freccia dello Stendardo. Due nomi che hanno sempre dato un brivido di commozione al solo pronunciarli: Pozzuolo del Friuli e Jagodnij. Due località diverse. Due guerre ed epoche diverse. Una sola prova, sempre la stessa: quella dell’onore militare e del coraggio portati all’estremo sacrificio.

Il 29 e 30 ottobre 1917 cominciò il calvario, figlio della disfatta di Caporetto, che impose il sacrificio della II Brigata, per consentire alla III Armata, che era in pericolo, di riparare al di là del Tagliamento. Ventiquattro ore di sangue e di lutti, di slanci e di eroismo. Con una strenua difesa insieme ai dragoni di “Genova”, culminata con l’impeto della carica del 4° Squadrone di “Novara”, il nemico fu rallentato e le sue mitragliatrici rimasero in assordante silenzio. Il compito era assolto, ma l‟abitato di Pozzuolo era ancora stretto in una morsa d’acciaio.

Per questo, comandanti e gregari, armati di moschetti, con sciabole e lance abbassate, e con Stendardi e vessilli al vento, in un galoppo sfrenato superarono il nemico e il successo premiò tanto coraggio. Il tempo guadagnato, permetteva alla III Armata di trarsi in salvo dietro al Tagliamento e Pozzuolo entrava nella storia non solo come una “gemma” della Cavalleria, ma anche come la rinascita delle sorti militari Italiane. Dirà il bollettino del 1° novembre: “I reggimenti “Genova” e “Novara” eroicamente sacrificatisi… meritarono soprattutto l‟ammirazione e la gratitudine della Patria”. A tanto valore corrispose una nuova decorazione sullo Stendardo: la prima medaglia d’argento.

Prima che il bollettino del 4 novembre 1918 decretasse la fine del 1° Conflitto Mondiale, il Reggimento ebbe ancora una volta occasione di contribuire concretamente alla vittoria finale combattendo a Vittorio Veneto. La battaglia di Pozzuolo divenne simbolo e ricorrenza per tutta l‟Arma di Cavalleria. Nel giugno 1940, allo scoppio della seconda guerra mondiale, il Reggimento, inquadrato nella terza Divisione Celere “Principe Amedeo Duca di Aosta”, prese parte dapprima alla campagna contro la Francia, sul fronte occidentale e, successivamente, a quella contro la Jugoslavia, finché nel luglio del 1941 partì per la Russia. Ebbe origine, così, quell’epopea memorabile, quasi leggendaria, che per ventidue mesi vide i “Bianchi Lancieri” muovere dal Nipro al Don, contro un nemico agguerrito, su un terreno notoriamente avverso, in un clima inesorabilmente rigido. L’inverno „41-„42 costituì il primo banco di prova del Reggimento. Innumerevoli furono gli episodi di valore di quel periodo e, al termine del ciclo operativo, lo Stendardo fu decorato della seconda medaglia d’argento.

Nel maggio del 1942 fu ripresa l’offensiva. Superati il Samara e il Donetz, alla fine di agosto si giunse sulle rive del Don. La rapida puntata in profondità e il cedimento di alcune unità laterali facevano temere l’aggiramento dell’Armata Italiana. “Novara” e “Savoia” ricevettero allora il compito di proteggere il ripiegamento negli intervalli tra i capisaldi di 4 Narrativa del Reggimento “Lancieri di Novara” (5°) – Anno 2022 – Jagodnij e Tchebotarewski. Il nemico, dopo una reazione iniziale, fu preso dal panico e ripiegò in disordine, abbandonando armi e munizioni. Il compito del secondo squadrone era stato assolto vittoriosamente, ma il suo comandante, il Tenente Mario Spotti aveva pagato con la vita quest’atto di eroismo. Nei giorni successivi il nemico riprese la sua azione offensiva e “Novara” asserragliatosi nell’abitato di Bolschoj continuò a combattere.

All’alba del 27 agosto i Russi attaccarono in forze tentando di travolgere la resistenza Italiana. Giunse l’ordine di ripiegare, ma “Novara” non ottemperò all’ordine, anzi si lanciò al contrattacco, con in testa il comandante, il Colonnello Carlo Pagliano, e alle 12 il nemico era respinto e la situazione ristabilita. Si concluse così il ciclo operativo dell’estate 1942 e il Reggimento fu decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Nel frattempo, nel 1941-42, il III Gruppo Squadroni, su carri, fu impiegato in Africa settentrionale, dove combatté valorosamente inquadrato nella Divisione “Littorio”, prendendo anche parte alle sanguinose battaglie di El Alamein in Egitto. Sciolto in seguito agli eventi dell’8 settembre 1943, il 1° dicembre 1946 si ricostituì a Firenze il Gruppo Esplorante “5° Lancieri”, che, dall’inizio del 1947, si trasferì a Codroipo, sede dove si trova ancora oggi. La storia recente dei “Lancieri di Novara” inizia nel febbraio del 1949: il Gruppo si trasforma in “5° Reggimento di cavalleria blindata Lancieri di Novara” e viene impiegato in Somalia, con il primo intervento ONU dal 1949 al 1953, con uno squadrone di autoblindo per il presidio di Mogadiscio, Belet Uen e Baidoa.

Dopo varie riconfigurazioni dal 1958 al 1975, il “5° Gruppo Squadroni carri Lancieri di Novara” si trovò a operare in condizione di estrema difficoltà e a rischio della propria incolumità, per offrire soccorso alla popolazione friulana duramente colpita dal terremoto del 1976, meritando la medaglia di bronzo al merito dell’Esercito. Il 5 settembre 1992, il Gruppo Squadroni fu nuovamente elevato al rango di Reggimento e assunse l’attuale denominazione di Reggimento “Lancieri di Novara” (5°).

La storia degli ultimi trent’anni vede il Reggimento, schierarsi a ranghi completi e con lo Stendardo in testa, per ben due volte in Kosovo nella missione KFOR (Kosovo Force): la prima, tra l‟ottobre 2002 e l‟aprile 2003, per costituire la Task Force “Sauro” nell‟ambito all’operazione “Decisive Endeavour”; la seconda, tra luglio 2004 e gennaio 2005, assumendo il comando della Task Force “Aquila”, nell‟operazione “Joint Guardian”. A seguito del conflitto tra Libano e Israele dell‟agosto del 2006 e in ottemperanza alla risoluzione 1701 delle Nazione Unite, il Reggimento si trova a operare, nel settembre del 2006, in terra libanese dove prende parte all‟Operazione “Leonte” inquadrata nella JTF-L (Joint Task Force Lebanon) della missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), quale primo contingente. L‟impegno profuso, l‟abnegazione e la profonda professionalità dimostrata da tutto il personale dei Bianchi Lancieri che ha operato in questo difficile teatro operativo, caratterizzato da stabilità apparente e conflittualità latente, sono stati ampiamente riconosciuti dalla popolazione locale, dalle autorità civili e militari nonché dai massimi vertici della Forza Armata, tanto da far 5 Narrativa del Reggimento “Lancieri di Novara” (5°) – Anno 2022 – meritare allo Stendardo la Croce d’Argento al Merito dell’Esercito, appuntata dal Gen. C.A. Giuseppe VALOTTO, Capo di Stato Maggiore dell‟Esercito. I “Bianchi Lancieri” torneranno, con lo Stendardo in testa, nella “terra dei cedri” per altre tre volte, ovvero nei periodi 2008-2009 (Leonte “5”), 2010-2011 (Leonte “9”) e nel 2014 (Leonte “16”). Personale del Reggimento (a livello plotone/squadrone) è stato impiegato nelle diverse operazioni internazionali per il mantenimento della pace quali: Somalia, nel quadro dell’operazione “Restore Hope”, dove al reggimento viene tributato, dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, un Encomio Solenne, per “…l‟alto senso del dovere e della responsabilità…”, Albania, Afghanistan, Bosnia–Erzegovina, Macedonia del nord, Kosovo, Iraq, Lettonia, Libano, Libia e Mali. Il Reggimento è stato inoltre impiegato, sia a livello organico sia a livello plotone/squadrone/gruppo, in concorso alle forze di polizia, sul territorio nazionale, nelle diverse operazioni per il mantenimento dell‟ordine pubblico quali: “Vespri Siciliani” (1992, 1993 e 1994), “S. Barbara” (1999-2000), “Domino” (2000-2005) e, nell‟Operazione “Strade Sicure” nelle piazze di Milano, Pescara, Brindisi, Lecce, Rimini, Verona, Vicenza e Treviso. Da aprile a novembre 2015, con un preavviso di sole ventiquattro ore (a significare l‟elevato standard operativo raggiunto dal personale dei Lancieri), il reggimento ha assunto il comando della Task Force “EXPO 2” nella piazza di Milano, dove ha contribuito, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, alla sicurezza del sito di Expo, degli aeroporti di Malpensa, Linate e Orio al Serio e delle stazioni ferroviarie (Centrale, Garibaldi, Rogoredo, Cadorna e Rho-Fiera). Nel periodo dicembre 2017 – giugno 2018, uomini e donne del reggimento codroipese, congiuntamente alle forze di polizia, hanno contribuito a garantire il regolare svolgimento dei lavori nel cantiere “Maddalena” che accoglie la TAV (Treno Alta Velocità), nonché a impedire eventuali aggressioni alle maestranze e danneggiamenti a mezzi e materiali presenti al suo interno.

Il sito, nel cuore della Val Susa, nel 2012 è stato dichiarato “sito d‟interesse strategico nazionale” ed è finalizzato alla realizzazione di una nuova linea ferroviaria internazionale di oltre 200 chilometri, comunemente nota come TAV, che consentirà il trasporto di merci e passeggeri fra Torino e Lione, affiancando la linea storica esistente fra le due città. L‟opera s‟inserisce nel più ampio progetto per una linea ferroviaria ad alta velocità, pianificato dall’Unione Europea, denominato “Metropolitana d‟Europa”, che collegherà la città di Siviglia a quella di Kiev, passando proprio per Lione, Torino e Budapest. Inoltre, a partire da marzo 2018, in concorso con le Forze di Polizia, è stato affidato il compito di garantire la massima sicurezza dell‟area in cui insistono i campi nomadi di via Germagnano in Torino, sorvegliandola mediante il pattugliamento, il controllo dei frequentatori e la prevenzione di atti criminali.

Nel periodo dicembre 2019 – giugno 2020, il Reggimento ha assunto di nuovo il comando del raggruppamento “Val Susa – Valle d‟Aosta”, garantendo, anche questa volta, la vigilanza diuturna al cantiere “Maddalena” dove insiste la TAV e all’area esterna al campo nomadi di via Germagnano (TO), aggiungendo il controllo del traforo autostradale del Monte Bianco e del tunnel ferroviario del Frejus. In tale contesto, all’insorgere dell’emergenza pandemica da COVID-19, aliquote di uomini e donne del Bianchi Lancieri a bordo dei “Lince”, imprimendo ulteriore slancio all‟attività di sorveglianza su territorio, hanno affiancato le Forze dell‟Ordine nelle aree a nord della città 6 Narrativa del Reggimento “Lancieri di Novara” (5°) – Anno 2022 – metropolitana, dando subito atto a quando disposto dall’ordinanza del Prefetto di Torino, al fine di fornire supporto alle Forze di Polizia nel corso dei servizi di controllo.

Sempre nello stesso periodo, il Gruppo Squadroni Esplorante è stato impiegato in Libia nell‟ambito della delicata Missione Bilaterale di assistenza e supporto (MIASIT). Nel secondo semestre 2020 il Reggimento ha inviato in Lettonia, per la prima volta dall’avvio della missione Enhanced Forward Presence, un plotone esplorante per essere impiegato nell’ambito dell‟operazione “Baltic Guardian”.

Attualmente, circa duecento Baveri Bianchi, stanno operando nel sud del Libano sotto l‟egida delle Nazioni Unite ai sensi della risoluzione 1701 del 2006, con il compito di monitorare la cessazione delle ostilità tra il Libano e Israele, garantire il controllo del territorio a sud del fiume Litani, assistere le Forze Armate Libanesi e assicurare, altresì, adeguato supporto alle popolazioni in difficoltà di quei territori martoriati dai conflitti; al contempo, un plotone è impegnato in operazione “Strade sicure” sul territorio del Friuli Venezia Giulia. Lo straordinario rendimento dell‟unità, in Patria e all‟estero, ha fatto meritare allo Stendardo l‟ennesima decorazione; il 4 novembre 2021, il Comandante delle Forze Operative Nord, Gen. C.A. Roberto Perretti, ha impreziosito il magnifico Vessillo con la Croce d‟oro al merito dell‟Esercito, quale riconoscimento delle indiscusse capacità palesate da “Novara” nell‟intenso ciclo operativo che ha caratterizzato il decennio 2008-2018.